Il linguaggio del cuore: trascendere la personalità Fontana Editore

Il linguaggio del cuore: trascendere la personalità

Relazionarsi con l’altro esige autenticità e la capacità di essere se stessi. Ciascuno di noi è se stesso quando trascende gli aspetti più grossolani della personalità, per poter raggiungere quegli aspetti più puri che caratterizzano la sua natura divina, quella vera. La purezza è quella dimensione primigenia che è costantemente rivolta verso l’interno.
Dal momento che l’attenzione si separa dalla nostra dimensione interiore per inseguire quella esteriore, si perde la propria purezza.

“Esiste una strada che va dagli occhi al cuore senza passare per l’intelletto.”

Essa è la capacità di lasciarsi scorrere dalla vita, senza allontanarsi dalla propria natura. Fluire per aprirsi verso una continua trasformazione interiore e non soltanto esteriore. Ciò che è fuori è lo specchio di ciò che è dentro. La purezza dunque non riguarda cosa fai e come lo fai, ma cosa sei, non solo nei tuoi pensieri, ma nelle tue cellule e nel modo in cui ti percepisci. La percezione che nasce dal cuore assapora la vita in tutta la sua essenza senza giudicarla, ma sono pochi quelli che la sanno davvero coltivare. La trasformazione interiore è la coscienza, sempre più manifesta, della propria bellezza. Per bellezza si intende la predisposizione naturale a vivere la nostra vita con estrema spontaneità e semplicità; proprio come i bambini. Per permettere alla spontaneità di tornare ad essere parte essenziale del nostro essere, dobbiamo comprendere che non è più possibile vivere nella separazione e nel giudizio.

Il giudizio, e soprattutto i pregiudizi verso se stessi e verso l’altro, non solo limitano la possibilità di conoscere fino in fondo la nostra multi-dimensionalità, ma vanno ad arrestare il nostro processo evolutivo sia quello dell’altro, in particolare quando l’altro è una figura a noi molto vicina, come può essere quella di un figlio, una madre o un compagno, quindi facilmente influenzabile.

“La purezza è la capacità di vivere ogni cosa per quella che è senza giudicarla”

Il linguaggio del cuore è un linguaggio puro perché parla in un tempo vivente, presente, un tempo senza tempo. Il linguaggio del cuore è un linguaggio eterno. L’amore non ha un inizio e una fine. L’amore è sempre stato, è e sarà. Quando usciamo dal senza tempo, per ristagnare nel tempo, in quelle condizioni di esperienza lineari che gli altri hanno scelto per noi, ci troviamo a sopravvivere in una sterile dimensione tridimensionale, tipica dell’uomo ordinario, che ci allontana dalla nostra essenza e dal nostro cuore. Il punto è che noi non siamo uomini “ordinari”, ma esseri straordinari. Questo purtroppo non ce l’ha ancora insegnato nessuno, perché scoprirsi straordinari permette all’uomo di divenire il creatore della propria realtà e di essere libero. Quando l’uomo è messo nella condizione di poter creare dal cuore e non dalla mente, inizia a vivere la vita anziché subirla. Non è più prigioniero delle sue emozioni, ma inizia a vivere la sua vita in maniera cosciente, responsabile e attiva. La coscienza presuppone che vi sia una buona dose di amore verso se stessi (non parlo di narcisismo o egoismo, oggi è facile confondersi), parlo di amore come accettazione e ricordo di sé, il ricordo di ciò che nutre l’anima oltre questa veste “umana”.

La responsabilità, pari modo, è la coerenza tra ciò che siamo e ciò che consapevolmente abbiamo scelto di essere. Essere responsabili significa rimanere fedeli al proprio fuoco interiore: il cuore, unica verità che permette all’uomo di essere davvero libero.

Vivere una vita attiva presuppone che tu abbia sviluppato e accresciuto in te il fuoco della volontà, quale forza attraverso cui ricreare continuamente la parte più vera di te stesso, rompendo le tue abitudini e scardinando ogni tipo di identificazione con ciò che non è reale.

L’abitudine è un atteggiamento pericoloso poiché, oltre a farci dimenticare di noi, crea un ristagno energetico, divenendo il presupposto per ripetersi nelle stesse esperienze, e quando questo accade una parte di noi muore in modo silente. Quando l’energia non è più libera di fluire, di espandersi, non siamo più capaci di agire dal cuore e di attingere da noi stessi, rischiando di fagocitare l’altro. Identificarci con un ruolo, con una condizione o con un’emozione, non ci fa percepire la realtà nella sua pienezza. Il cuore, a differenza della mente, non giudica e non divide, il linguaggio del cuore è un linguaggio neutro: coinvolto ma allo stesso tempo distaccato.

È vero che un’emozione fa aumentare il battito cardiaco, ma questo non significa che è stato originato dal cuore! Ciò accade poiché il nostro organismo è talmente inquinato dalle emozioni che non siamo più in grado di discernere e percepire la realtà delle cose nella loro immediatezza e purezza. Il sentimento, diversamente dalle emozioni, è un “sentire” che risiede nel cuore, è un linguaggio sensibile che, in quanto tale, permette di trasformare tutto ciò che incontra nel suo raggio d’azione. Riesce persino a trasformare il tempo lineare in un tempo multidimensionale. È in questa dimensione che non sappiamo più chi siamo. E solo quando non sappiamo più chi siamo che possiamo scoprire chi siamo veramente. Questa è l’esperienza per eccellenza della trascendenza della propria personalità, attraverso cui comprendiamo chi siamo e cosa potenzialmente potremmo essere, rispetto a ciò che credevamo di essere.

L’emozione, al contrario del sentimento, non appartiene al linguaggio del cuore, risiede nella testa ed è di nutrimento alla personalità. Le nostre emozioni non sono altro che reazioni all’esperienza, una sorta di “memoria” che abbiamo impresso nel nostro corpo fisico ed emotivo per mezzo di esperienze passate o attraverso l’influenza di forme pensiero che hanno, in qualche modo, condizionato il nostro modo di leggere la “realtà”.

Il linguaggio del cuore è un nuovo modo di inter-leggere la realtà. Reale è solo ciò che si legge dal di dentro. Questo capacità di entrare in sintonia con il cuore dell’altro supera di gran lunga l’empatia. Mentre quest’ultima lavora sul piano mentale per comprendere l’altro, il cuore entra in sintonia in maniera immediata con l’altro, per riconoscersi parte di esso senza alcuna mediazione mentale.

Nella sintonia avviene tutto in maniera spontanea e diretta. Riusciamo comunque a sentire e comunicare con l’altro anche quando questo non ci da alcun motivo per farlo. Entrare in sintonia con l’altro significa “ emanare”, emanare significa essere; quando “io sono” esco dal piano della dualità “io-tu” per entrare nel Noi.

“Se ciò che sono e dico risuona in te è semplicemente perché siamo rami dello stesso albero”.

Comprendere che le emozioni sono reazioni della natura umana all’esperienza, mentre i sentimenti sono azioni dettate dall’intelligenza del cuore, può cambiare di gran lunga la qualità della nostra vita e quella degli altri. Il sentimento ha un’unica sfumatura che è quella dell’amore, della purezza e dell’umiltà, l’una non può esistere senza l’altra, quindi sono una cosa sola. Le emozioni, al contrario, hanno diverse sfumature che vanno dal più chiaro al più scuro e viceversa e possono esistere benissimo da sole. Controllare le proprie emozioni non significa tenere a freno i propri sentimenti, ma semplicemente conoscere tutte le sfumature e accorgersi dei pensieri ad esse collegati.

“Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti” diceva Tiziano Terzani.

Il linguaggio del cuore non è un linguaggio “romantico o poetico” come molti credono, al contrario è un linguaggio giusto, intelligente e universale. Non può essere considerato quale fonte emozionale legato alla ricerca dei piaceri o dispiaceri. Il cuore emette un’energia elettromagnetica capace di trasformare e guarire, sia sul piano spirituale che fisico. Il suo linguaggio è magnetico. Quando siamo nel cuore, ossia quando siamo capaci di dare e ricevere senza fini egoistici, e quando sentiamo che la gioia dell’altro aumenta la nostra a prescindere dai suoi comportamenti, dalle sue scelte, siamo in grado di guarire noi stessi e allo stesso tempo tutti quelli che, vicini o lontani, si avvicinano al nostro raggio d’ amore incondizionato. La guarigione spirituale di noi stessi e dell’altro accade nel momento in cui sia noi che l’altro non ci identifichiamo più con la nostra personalità, non siamo più dipendenti dal nostro piccolo io, ma entrambi ci riconosciamo Uno. Il linguaggio del cuore è un’emanazione silenziosa e calorosa, proprio come fa il Sole.

Imparare questo tipo di linguaggio richiede calma interiore, capacità di essere presenti nell’adesso e nell’accettazione, accettare di non poter cambiare quello che vediamo di fronte a noi e amarlo per ciò che è: aprirsi alla compassione che per me è sinonimo di tenerezza.

Quando si vive nel qui ed ora, si attiva il silenzio mentale che ci consente di lasciare da parte per un po’ la personalità. Se ci sei tu non può esserci l’amore! Il cuore parla da se, trascende ogni parola e sentimento, per andare oltre. Avete mai provato a guardare l’altro negli occhi senza battere ciglio e sentire il potere dello sguardo e della sua emanazione energetica? Non a caso l’occhio assomiglia al Sole, simbolo di luce e di energia divina: per questo lo sguardo è vicino alla coscienza più di quanto lo siano gli altri sensi. I nostri occhi riflettono in maniera immediata il nostro “luminare caldo”, il nostro sole interiore.

Quando siamo troppo nella testa e meno nel cuore, restiamo imprigionati in una realtà vissuta, rischiando di non accorgerci di quella vivente. La testa è il luogo dove vivono le nostre emozioni, insicurezze e paure. Qui l’uomo vive in una dimensione temporale piatta e lineare, con un inizio e una fine. Il cuore è lo spazio di condivisione ove il tempo si annulla e la sua dimensione piatta e temporale si trasforma in una dimensione a spirale in continua evoluzione, senza inizio ne fine.

La dimensione sacra del cuore ci fa com-muovere verso la comprensione di tutto ciò che è oltre la ragione e l’ego. Il centro energetico del cuore è il punto di accesso all’intelligenza intuitiva che è in grado di elevare la qualità comunicativa, la capacità decisionale e di scelta ad un livello molto più efficace. L’accesso all’intelligenza intuitiva del cuore varia da persona a persona e la sua manifestazione dipende dal modo in cui riusciamo a sintonizzarci con la nostra natura divina.

Sviluppare l’intuito del cuore come capacità di percepire la realtà circostante è una delle abilità più nobili ed elevate che l’uomo possa sviluppare.

“L’intuizione è la conoscenza diretta e immediata di una verità che si manifesta allo spirito, ancor prima che ne facciamo esperienza concreta”.

Il cuore nelle culture sapienziali antiche era considerato il centro dell'Essere, il ponte fra l'uomo e Dio, e – molto spesso – il luogo ove "dimorava" Dio stesso.

Questi riferimenti, nel corso dei secoli, si sono persi e hanno lasciato spazio all'idea che il cuore sia una semplice pompa, un muscolo. Il cuore si sviluppa come prima sorgente di vita nel feto, anteriore al cervello. Il cuore difatti possiede una sua intelligenza pari, se non superiore, a quella del cervello: possiede circa 40mila neuroni ed è in grado di ricevere, elaborare e trasmettere le informazioni provenienti dall’interno e dall’esterno, esattamente come il cervello della testa, e in maniera del tutto indipendente e autonomo da esso. Il cuore possiede un suo campo energetico detto “Toroide”, a forma di ciambella reticolare, simile al torso di una mela, capace di emanazione elettromagnetica molto potente, 5.000 volte superiore a quella del cervello.

Il Cuore comunica con il cervello attraverso un dialogo costante, in cui entrambi gli organi si influenzano reciprocamente. La comunicazione avviene in quattro modi principali: neurologica, biofisica, biochimica, energetica o bioquantica. Ogni battito cardiaco genera un campo elettromagnetico, che è anche direttamente in contatto con un vastissimo campo di informazioni. Inoltre, il campo elettromagnetico cardiaco, il “cuore energetico”, è in risonanza con quello terrestre, rendendo oltretutto possibile la coerenza globale.

Attraverso il proprio stato emotivo, è possibile generare la coerenza cardiaca. Emozioni positive permettono che si determini uno stato di coerenza, in cui ci si apre ad una comunicazione più elevata, permettendo all'intuizione di arrivare al cervello e di essere riconosciuta.

Se le emozioni sono negative, si sperimenterà uno stato di incoerenza rispetto al ritmo naturale del cuore. Imparare a rallentare la nostra mente e provare sentimenti più profondi permette che la nostra naturale connessione intuitiva si manifesti, con una conseguente, maggiore comprensione di noi stessi, degli altri e della realtà.

Il Cuore attraverso le sue onde energetiche è in grado di influenzare il DNA e modificarne i geni. L’Amore incondizionato è l’ingrediente essenziale affinché ciò accada.

Amare è un’arte! Per lasciare il nostro cuore libero di esprimersi, dobbiamo nutrire amore e gratitudine verso noi stessi. Amare non significa annullarsi per l’altro, ma significa esistere, vivere ancora più intensamente. Amare senza aspettarsi altrettanto ci fa somigliare al sole, poiché significa offrire luce senza pretendere un tornaconto. È l’amore spassionato e viscerale di cui sono capaci soltanto i bambini molto piccoli e gli animali. L’adulto giammai, è troppo corrotto e contaminato per poter somigliare a una stella radiosa. E così l’universo sociale è pieno di buchi neri, di aspirapolveri di luce che si chiudono alla Gioia Eterna, perché chiedono senza dare e spesso, senza nemmeno rendersi conto, rubano di fatto luce intorno a se.
Chi ha spento dentro se l’amore primigenio, si comporta come un risucchiatore di energie, tendendo a parassitare sulla vitalità altrui. Tutto questo perché si rinuncia all’amore, e non parlo del legame di coppia, parlo del sentire e della consapevolezza di essere particelle del Macro-Infinito che contengono specularmente l’Assoluto. La sede dell’Amore è stata detronizzata dalla nostra civiltà da un arido deserto riempito di vuoto e di futile.

Esiste un insegnamento che declama cosi: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Questa sembra essere la prima caratteristica dell’amore, scorgiamo insieme la sua vera essenza, trascendenza e metafisicità. Amare ciò che abita nel mondo sensibile della physys è uno stato d’affezione, non vero amore, e confonderlo con esso equivale ad un mero feticismo.

C’è poi quel “COME te stesso”. Più ci rifletto e più mi impegna. Dice “come te stesso”, non “più di te stesso”, eppure questo secondo livello conduce alla propensione del sacrificio. Amare il nostro prossimo come noi stessi può significare impegnarci ad attribuire valore in egual misura a noi ed al nostro fratello. Qualunque squilibrio nel dispensare valore all’uno piuttosto che all’altro porta ad una squalifica di uno dei soggetti coinvolti. Se amo il mio prossimo più di me stesso, sopravvaluto lui e minimizzo me; potrei impersonare il ruolo della vittima, che al contrario del sole deruba luce. Se amo più me stesso, tuttavia, l’altro conta poco o nulla, e magari lo asservo, lo piego ai miei bisogni egocentrici, poiché ritenuti di ordine superiore, come la persona che li incarna. Inutile allora consumare le riserve energetiche del nostro prossimo, poiché per una sorta di legge fisica uno cede all’altro e non si stabilisce nessuna armonia.

Ecco da dove derivano tutti i malesseri, i conflitti irrisolti, le relazioni sbagliate e i comportamenti inadeguati e improduttivi, incomprensibili persino verso noi stessi; è tutto chiaro per chi guarda alla Fonte della Vita. Non possiamo vivere chiedendo al nostro prossimo, non sempre può esserci disponibilità, capacità, pienezza, autenticità e forza.

Amare è anche bastarsi e imparare a non chiedere, ma ad armonizzarsi all’unisono con la Legge dell’Universo, che ha a disposizione tutto per tutti e sa cosa è più utile a ciascuno. “Chiedi e ti sarà dato”, non c’è migliore richiesta di una non richiesta. Essere grati a prescindere è la richiesta migliore che possiate fare!

L’amore incondizionato è l’alchimia per eccellenza, un linguaggio del cuore che ci permette di diventare tutt’uno con l’esistenza stessa e di chiudere il cerchio della vita, viverlo ci trasforma interiormente e ci eleva in maniera spiritualmente straordinaria .

Peccato che quaggiù veniamo “addestrati” a vivere praticamente come un cerchio di cui si cancella una parte. La sofferenza il più delle volte è irreale poiché è legata ad una deformazione di amore che ci vuole tutti uguali. La diversità è la variabilità che ciascuno di noi ha; è meno gestibile e ciò che è meno gestibile spaventa. È la paura dell’ignoto a creare sofferenza.
Nella Pace senza pensiero, ne desiderio, voi consentite all’Universo di donarvi il suo nutrimento e la vera conoscenza. Sapere chi siamo è sentire il contatto dei nostri piedi con la Terra e provare immenso amore per essa. Significa essere centrati, radicati, innamorati di noi, uniti al nucleo del nostro essere, il nostro sé.

“Il linguaggio del cuore è un linguaggio semplice, proprio come lo è respirare.”

Quando respiriamo lo facciamo in modo spontaneo e il più delle volte senza neanche a accorgercene e, cosa più importante, respiriamo per noi stessi. Proprio come respirare è vita per il corpo, l’Amore è vita per lo Spirito. Io esisto e sono vita perché sono Amore. È importante amare, partendo dalle piccole cose, ricordandosi che l’amore parte e ritorna alla Libertà; dobbiamo quindi meditare in modo che la nostra vita diventi leggera come un canto, una danza, una celebrazione.

“Arriva alla purezza del centro. Quella è la meta!”

Accogliere e fare propria questa verità è vitale, significa crescere e salire nella scala delle dimensioni: la quarta dimensione non è uno spostamento eterico nel mondo galattico, ma più semplicemente un ritorno consapevole al centro del proprio cuore.

“Ricorda non sei solo nella ricerca della verità, anche la verità sta cercando te!”

“La nostra vita è un’opera magica che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è ricca quanto più se ne allontana, attuata per occulto e spesso contro l’ordine delle leggi apparenti!”
Gabriele D’Annunzio.

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