L'alimentazione consapevole. Parte quarta: come cucinare Fontana Editore

L'alimentazione consapevole. Parte quarta: come cucinare

COME. Eccoci arrivati al punto principale più importante: potete anche acquistare gli alimenti più puri e nutrienti al mondo, potete anche mangiarne nella giusta quantità e rispettando il vostro bioritmo, ma se quel pasto non è stato preparato con amore e attenzione e viene consumato senza sacralità, certamente non potrete sfruttare appieno tutte le potenzialità del cibo.

Ricordo che Michio Kushi il mio più importante maestro, in un suo libro disse che era stupito di vedere come le persone negli Stati Uniti non fossero interessate di sapere in che modo e chi preparasse il cibo che ogni giorno consumavano recandosi nella medesima tavola calda; lui invece, prima di sedersi al tavolo di un ristorante, aveva l'abitudine di chiedere di poter visitare la cucina; se il capo cuoco non soddisfaceva i requisiti per lui indispensabili, usciva presto dal locale.

Tali requisiti erano allegria, calma, pacatezza e gentilezza, ma anche se il cuoco era obeso, probabilmente Michio Kushi non avrebbe gradito mangiare in quel ristorante: infatti se una persona non è in grado di controllare la sua gola non riuscirà certo a gestire con attenzione sei o sette diverse pentole e un intero staff di cuochi.

Lo so, come potete cucinare con calma e religiosità se siete agitati e ansiosi? Sembra una situazione insolubile perché proprio cucinando e mangiando in fretta state alimentando in parte la vostra ansia: come uscire quindi da questo circolo vizioso? Gradatamente, a piccoli passi.

Se in genere cucinate con la radio o la tv accesa, restate in silenzio, oppure mettete sul vostro stereo della musica classica o rilassante. Ma ancora prima di cucinare cercate di centrarvi per alcuni minuti, respirando a fondo, osservando il vostro corpo e rallentando quindi il flusso dei pensieri.

Poi sedetevi al tavolo della cucina e preparate il menù: con calma chiedetevi come vi sentite e quale obiettivo vi proponete di realizzare con la preparazione di quel pasto o più semplicemente di cosa avete voglia di mangiare.

Stilate quindi un menù partendo dal cereale, ad esempio pasta e/o miglio; poi scegliete alcune verdure e diversi stili di cottura da utilizzare per prepararle: forse avrete voglia di cavolfiore a vapore, cipolle saltate, carote a vapore e bietole scottate. Ora è la volta di scegliere la proteina del giorno: se avete messo a mollo un legume allora cuocetelo, altrimenti potreste fare del tofu alla piastra o una scaloppina di seitan. Non dimenticate una pietanza con delle alghe e la zuppa di miso che non dovrebbe mai mancare nel vostro menù quotidiano.

Ora resterebbe da aggiungere un dessert, ma so che a questo punto vi sarete già scoraggiati perché pensate di non avere 3 ore per cucinare… Tre ore?!? No, care amiche e amici, tutto questo può essere fatto in poco più di un'ora, se partite da zero, cioè senza avere nulla di già pronto; saranno invece sufficienti circa venti minuti col mio metodo Very Fast Natural Cooking, che prevede di disporre già in cucina di molti ingredienti base cotti in precedenza. È un sistema geniale e rivoluzionario che può mettervi in grado di preparare un pasto sano e gustoso velocemente ed economicamente.

Ma torniamo al modo di preparare il vostro pasto; dopo aver scritto il menù, la prima cosa da fare è mettere una grossa pentola d'acqua sul fuoco per averla già calda quando servirà; poi disponete i vari ingredienti sul tavolo, con grazia e gratitudine, perché quegli alimenti sono stati preparati per voi con molta cura e sono veramente un dono del cielo.

Ora iniziate a tagliare le verdure; fatelo con calma, scegliendo il taglio più appropriato allo stile di cottura scelto in precedenza. Continuate a osservarvi, per vedere se avete mantenuto la vostra centratura; se l'avete perduta fermatevi qualche istante e respirate a fondo. Quando siete di nuovo "qui e ora" proseguite con la preparazione del pasto. Se vi accorgete che la vostra mente tende a vagare riprendete a riflettere sulla bellezza di ciò che state facendo e sul privilegio di occuparvi di voi e dei vostri familiari. La preparazione di ogni singolo pasto può realmente diventare un'esperienza piacevole e creativa.

Come vi ho già anticipato, il COME, che è in assoluto l'aspetto più importante dei quattro, comprende anche il vostro modo di mangiare.

Riguardo a questo vi suggerisco di procurarvi due libri fantastici: uno è "Lo yoga della nutrizione" di Omraam Mikhaël Aïvanhov e l'altro è "Power eating program" del mio insegnante e amico Lino Stanchich.

Entrambi i libri mettono ampiamente in risalto l'importanza di come si mangia.

Concludo riportando quasi per intero un brano tratto da una pagina del mio blog "Guarire il pianeta".

Ricordo sempre un’esperienza avuta con una simpatica famiglia in Liguria alcuni anni fa; i figli erano interessati all’alimentazione naturale e avevano compreso quanto modificare l’alimentazione avrebbe potuto aiutare il padre affetto da una grave forma di glaucoma. La madre era una donnina gentile e premurosa che, fidandosi dei figli, aveva accettato di buon grado di imparare un nuovo modo di cucinare. Già, ma il paziente in questione era un uomo molto abitudinario e legato fortemente alle tradizioni. Insegnai alla moglie come cucinare con cura e amore i cereali, le verdure e i legumi e ogni giorno ci sforzavamo di servire al marito un pasto vario e gustoso; ma le facce che assumeva il marito erano veramente espressive. Lui mangiava, mangiava tutto in silenzio, buono buono, ma dentro chissà cosa pensava! Insomma, un bel giorno disse, piagnucolando, che rimpiangeva molto la sua pasta al sugo, il suo vino e la frutta, cibi che gli erano stati “vietati”.

Le malattie che colpiscono gli occhi, come il glaucoma o i problemi alla retina sono sempre riconducibili anche a un eccessivo consumo di liquidi, al cibarsi di troppa frutta, solanacee e al consumare troppe bevande alcoliche. Certo, in caso di problemi agli occhi, ovviamente la cosa più importante che la persona dovrebbe cercare di osservare è se per caso c’è nella sua vita qualcosa che non vuole vedere; comunque scegliere cibi appropriati, cucinati con cura e consumati in orari rispettosi del proprio bioritmo può veramente aiutare tanto. Ma, come abbiamo detto poc’anzi, l’elemento che può fare realmente la differenza è rappresentato dal come si consuma il pasto. Lo spirito di lamentela di quell’uomo gli impedì quindi di trarre beneficio dallo sforzo congiunto dei familiari e mio. Evidentemente da qualche tempo egli non aveva dialogo con sua moglie e i suoi figli e, ora che era in pensione, l’unico piacere che gli era rimasto era la “buona” tavola e vedersi con gli amici per consumare una bella bottiglia di vino giocando a carte; senza queste cose si sentiva molto a disagio.

Dopo alcuni giorni mi congedai capendo ancora una volta che spesso prima di cambiare alimentazione bisogna cominciare a risvegliare la propria coscienza. Da questa e altre esperienze del genere imparai inoltre che non è mai cosa utile voler curare qualcuno con metodi diversi da quelli cui è abituato. Ognuno deve adottare sistemi che siano adeguati al proprio livello di coscienza; ecco perché non è mai giusto demonizzare un approccio terapeutico, fosse anche quello più primitivo e grossolano adottato dalla medicina ufficiale.

Come dobbiamo quindi mangiare? Sicuramente è importante osservare se siamo presenti mentre mangiamo o se siamo altrove con i nostri corpi mentale ed emotivo. Personalmente ho sperimentato che una delle cose più importanti è il modo di masticare.

So che quello della masticazione è per tutti uno dei cambiamenti più difficili da applicare. La nostra giornata è così piena d’impegni che stare per un’ora a tavola ci sembra improponibile. Abbiamo sempre la testa altrove, o a ciò che è accaduto prima o a quello che faremo dopo il pasto; insomma, non riusciamo mai a essere presenti a ciò che stiamo facendo! Io vi consiglio caldamente di provare: potreste stupirvi di ciò che succederà dopo solo pochi giorni di questa semplice pratica; Omraam Mikhaël Aïvanhov suggerisce di trasformare il pasto in una vera e propria seduta di meditazione. Perché andare a praticare yoga o sedute di rilassamento quando avete per due o tre volte al giorno questa preziosa opportunità mentre mangiate?

Nutrirsi è più che saziarsi, molto più che alimentarsi. Il cibo è un dono del cielo, e se lo assumete senza pensarci esso soddisferà solo i livelli inferiori del vostro essere. Ma voi siete più di quanto appare. Se mentre mangiate vi soffermerete sul miracolo dell’esistenza del ciclo naturale di produzione delle verdure, del riso o delle mele, pian piano entrerete in uno stato di coscienza colmo di stupore e gratitudine nel quale le energie invisibili, i nutrienti più sottili del cibo, potranno essere assimilati dai vostri corpi sottili. Allora forse, col tempo, in voi non potrà più esserci spazio per l’insoddisfazione, la lamentela o il rancore. Mangiare in questo modo è realmente un rito sacro in grado di risvegliare la vostra coscienza e connettervi al Padre, innescando un circolo virtuoso in cui il senso di sacralità, bellezza e contemplazione si estenderà, pian piano, a tutta la vostra giornata.

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